| E' vero! Oggi ho visto Little Miss Sunshine, film grazioso e delizioso, che riesce, tracciando i profili di sei azzeccati personaggi, ad offrire un ritratto riuscito dell'America, complice il finale divertente ma anche spiazzante. Dolcissima Abigail Breslin, molto bravo Alan Arkin (peccato non si veda molto), ma anche Steve Carrell, che ci ha abituato a ruoli comici, e che qui sorprende con un ruolo drammatico (il più triste di tutti), riuscendo ad essere anche toccante (Jim Carrey docet, con i suoi The Truman Show e Eternal sunshine of the spotless mind...). ... E poi ho visto Ho voglia di te. Ora. E' impossibile non restare attoniti e infastiditi, perlomeno se non si è fan sfregatati dei libri di Moccia o del primo film con Riccardo Scamarcio. Perchè la passione, qui, non c'è. Lacrime, baci, sorrisi, va bene: ma tutto rimane in superficie. Nonostante lo sforzo di inserire qualche tematica sociale: il rapporto padre/figlio, il pronlema del rimanere incinta prematuramente, persino violenze sessuali. Ma tutto è patinato, banale, scontato, la storia è incorniciata con una serie di insopportabili e retoriche frasi ad effetto. L'anima del film è troppo fragile, l'impianto narrativo troppo elementare. E nel complesso la pellicola si consuma in due ore di noia. Non solo. D’accordo che, se vado a vedere Ho voglia di te, il sabato seguente all’uscita del film, e per di più alle otto di sera, non posso pretendere di essere esentata da risolini, cellulari accesi, commenti ad alta voce. D’accordo che non puoi fare troppo la pignola se appartieni proprio alla fascia d’età a cui è indirizzato il film (14-15 anni in su, ma anche in giù), e se sai cosa piace a noi adolescenti. Ma ad alcune cose non riesco ad abituarmi: com’è possibile che noi teenager non abbiamo rispetto del cinema, degli altri? Che tre ragazzi, mentre il film è ‘in corso’, fermino due fanciulle che stanno tornando ai loro posti dopo una capatina al bagno, chiedendo nome e età, e cinque minuti dopo le suddette pulzelle facciano lo stesso, oltretutto senza preoccuparsi di abbassare il tono di voce, facendo su e giù per la sala? Che si scoppi in (vado in ordine cronologico) scrosciate di applausi, ovazioni, fischi e canti (la canzone incriminata è ovviamente quella di Tiziano Ferro, Ti scatterò una foto, tormentone alla radio e in tv)? Sembra di essere allo stadio, non in una sala cinematografica! Clint Eastwood, in Million Dollar Baby, diceva: “Quando si parla di boxe, si parla di rispetto”. Anche quando si parla di cinema, si parla di rispetto; è questa una delle cose che amo, dell’arte cinematografica: ti insegna il rispetto dell’altro, delle sue emozioni, del silenzio. Anche se a quanto pare non è (più) così. Tralasciando il valore effettivo del film (che è discutibile, a parer mio e non solo mio, credo), il punto è: ma com’è che ci si sente autorizzati, seppure davanti ad un prodotto commerciale e che certo non richiede attenzione e riflessione, a comportarsi davvero incivilmente? Com’è che non ci si rende nemmeno conto di quanto è poco corretto fischiare, urlare, conversare allegramente nel bel mezzo di una visione? Scusate lo sfogo, ho scritto di getto e a caldo poco dopo il film. Ma è l’ennesima volta che accadono episodi simili, dopo ad esempio Pirati dei Carabi 2, Manuale d’amore 2, Notte prima degli esami Oggi…
Edited by Librodipendente - 10/3/2007, 23:22
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