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Revolutionary Road, 2008 Revolutionary Road

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Librodipendente
CAT_IMG Posted on 29/1/2009, 15:20




REVOLUTIONARY ROAD

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Regia: Sam Mendes
Sceneggiatura: Justin Haythe, dal libro di Richard Yates
Fotografia: Roger Deakins
Montaggio: Tarig Anwar
Musica: Thomas Newman
Prodotto da: Bobby Cohen, John Hart, Sam Mendes, Scott Rudin
Durata: 120'
Genere: Drammatico
Budget: -
Data di uscita: 30 Gennaio 2009

Trama: Anni '50. Frank e April Wheeler sono una coppia che vive in Connecticut, che all'apparenza ha tutto per essere felice: una bella casa, due figli, una vita d'alta borghesia.
Ma sotto sotto le cose son ben diverse e porteranno ad una drammatica crisi. Frank odia il proprio lavoro e la routine noiosa della propria vita. April è un'ex-attrice che ha troncato la propria carriera ed è ossessionata dal desiderio di tornare a Parigi per ritornare sul palco.

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Direttamente dal sito ^^
Mi sembrava che un topic vero e proprio sul film non fosse stato ancora aperto...
Possiamo mettere tutti i nostri commenti, da domani (voglio dire, domani!!)
 
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Librodipendente
CAT_IMG Posted on 31/1/2009, 15:42




Questo è un primo commento... Ma non vedo l'ora di rivederlo e scoprirci ulteriori aspetti *.*


SPOILER




Luci artificiali, notturne, e un motivetto fischiettante. Tra la gente confusa e spalmata sui colori ocra dell'ambiente cui contribuiscono, non è facili distinguere i volti, scorgere un proprio simile. Eppure...
Un ragazzo, una ragazza, si trovano con gli occhi, si sorridono. Gli sguardi e le mani avvinghiate, la musica che avvolge i corpi e la danza, un abbraccio che è una promessa. O almeno, dovrebbe esserlo. Perché all'idilliaco, sfumato guardarsi si sostituisce immediatamente un chiudere gli occhi, di fronte all'imbarazzo e alla delusione (e ambientato, guarda caso, in un teatro, sede della finzione per eccellenza)..
Il primo litigio che vediamo scaturisce quasi dal niente, sembra esaurirsi nella scenata di una moglie frustrata e isterica incapace di accogliere la consolazione e la comprensione del marito. Ma mentre Frank ed April non si guardano più, cedendo il posto ad un inquietante silenzio, capiamo che dietro c'è molto di più.
E già la ferita inizia ad aprirsi, e sentiamo la tensione che si annida sottopelle, pronta ad esplodere, persino quando i Wheeler si aggrappano ad una speranza rarefatta, alla prospettiva di fuggire da quella società fatta di giardini ben curati, casette color confetto, macchine lustre, bambini invisibili perché unicamente soprammobili simbolici, uomini vestiti tutti uguali e donne mogli e madri che curano la casa. E la sentiamo, ancora, mentre quello che somiglia ad un bel quadretto d'epoca viene squarciato, aperto, smembrato, e alla luce emerge lo spaventoso nulla a cui costringe la società, tarpando le ali ad ogni possibilità di essere diversi, forse migliori. Così come credevano di essere Frank ed April.
Occorre qualche premessa, per vedere Revolutionary Road.
Per prima cosa, il romanzo. Un Capolavoro con la C maiuscola, feroce e implacabile, duro attacco ad una mentalità e un 'dover essere' a cui tutti sembrano costretti, e che non lascia un'altra scelta né scampo, merita una lettura: prima ma anche dopo, per comprendere davvero o comunque provarci.
Secondo, sicuramente io non ho la maturità per cogliere appieno i significati di cui il film è intriso, perchè mi mancano esperienze, vissuto, parametri di giudizio non solo cinematografici. Però credo che quando una cosa è bella, non importa se è un film o un libro o un dipinto, se ha l'arte che le scorre nelle vene, e se ha anche la carne, e il sangue, e il cuore, allora quella bellezza è universale, e cambia soltanto il modo in cui la percepisci.
E Revolutionary Road è bello pur non essendo anch’esso un capolavoro.
Gli assi nella sua manica non sono pochi, c'è da dire: per primi i dialoghi di Yates, come unghie roventi sulla lavagna prefabbricata di un american dream fallace e illusorio; l'autore agisce da entomologo, fa la scansione a raggi X dei suoi personaggi, analizzandoli con lucidità e disincanto.
Poi, un bravo regista, Sam Mendes, non straordinario ma abile nel plasmare la materia con distacco e con freddezza quasi insostenibile.
E poi degli attori magnifici, che alla materia danno vita e calore, disperazione e frantumi. Kate Winslet squarcia il velo delle ipocrisie e delle case di bambola con un unico, determinato sguardo da spezzare il cuore, ed è capace di reggere un primo piano cupo, scheggiato dal fumo di una sigaretta, e al contempo trasmettere nella muta immobilità il travaglio interiore che distrugge e dilania il suo essere, mettendosi a servizio di un personaggio indimenticabile, struggente, bellissimo. Non è da meno un Leonardo DiCaprio ad un altissimo livello, che sotterra la sua anima per far posto all'ingrato, debole, fragile Frank, ai suoi scatti di rabbia e frustrazione, all'aspetto costruito e calcolato (e calcolatore) minuziosamente fabbricato, e che crolla rovinosamente quando una casalinga e un matto gli svelano le spaventose fondamenta.
Un matto, John Givings, che è la voce dell'autore e della verità, l'unico ad avere gli occhi per smascherare quel vuoto disperato, ma che è intrappolato impietosamente da una società che incatena e ammutolisce i suoi figli migliori.
E una casalinga che, costretta trai grembiuli e i piatti da lavare, i ricordi impolverati e i sogni distrutti, tra i due quella che davvero “sente le cose”, che, fedele sino alla fine al bisogno di libertà, si divincola dal ruolo prestabilito e maschilista in cui è incastonata e persegue l'unica, vera 'strada rivoluzionaria': quella della coerenza.
E' davanti all'ombra della verità, quella verità mascherata dalle falsità, a cui April lo incitava, è davanti all'irreparabile e all'irrevocabile che Frank viene svuotato, e lasciato schiantato dal dolore su una panchina luminosa, mentre attorno a lui non cambia nulla, i bambini giocano sulle altalene, i vicini cancellano le memorie e una nuova coppia viene ad abitare nella villetta, quasi a ricostruire e mandare avanti un ciclo di agghiacciante continuità.
Il tutto sotto gli occhi della Signora Givings, le cui parole non vengono smosse nemmeno dalla tragedia, e che ribadiscono quelle certezze che gli strani Wheeler non hanno accettato, e che sfumano scivolando nel nulla che il marito chiama a sé, spegnendo lentamente l'auricolare. Ed è il suo sguardo, per la prima volta vivo, per la prima volta capace di vedere, che ci guarda e ci dice che è finita.


Edited by Librodipendente - 31/1/2009, 16:07
 
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clakate
CAT_IMG Posted on 1/2/2009, 09:42




ottima recensione!!non vedo l'ora di vedermelo!!!
 
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Clementine86
icon12  CAT_IMG Posted on 1/2/2009, 14:04




Caspita, Librodipendente, hai scritto una recensione fenomenale!

Io, per parte mia, ho amato molto questo film. Non nell'immediato, s'intende, perchè è talmente ricco di significati e di spunti da cui trarre riflessioni da rendere impossibile una sua "metabolizzazione" immediata. Anche adesso avrei tremila cose da dire, eppure inizio una frase e non mi sembra mai adeguata. Parlare di questo film a livello emozionale è come trovarcisi dentro: un calderone traboccante di pathos, sentimenti e sofferenze che sono difficili da tirare fuori una per volta.

Adoro Sam Mendes per la sua straordinaria empatia. Al di là del talento e della conoscenza tecnica, non tutti i registi hanno la capacità non solo di leggere, ma di rappresentare efficacemente ogni minimo tratto nascosto negli anfratti dell'animo umano, persino quelli che ognuno di noi cerca faticosamente di soffocare per tutta la vita. Una fotografia eccezionale e alcune scelte stilistiche perfettamente azzeccate completano il quadro, ma credo sia soprattutto una la sua forza come regista, nonchè la forza del film: l'onestà.Revolutionary Road è un'opera pruriginosamente onesta. Lo è, paradossalmente,anche con se stessa: senza fronzoli, senza effetti speciali, senza il ricorso eccessivo a personaggi stereotipati creati ad hoc per attrarre il pubblico, farlo ridere, farlo piangere, farlo identificare nell'eroe di turno.Nasce per raccontare una storia con tutta la passione che gli addetti ai lavori del cinema di qualità possono metterci. Il Narciso nascosto dentro ognuno di noi può scegliere di tirarsi indietro totalmente o, al contrario, di confrontarsi con delle verità che sono, sempre, anche sue.

Non ci sono eroi, dunque, e nemmeno anti-eroi. Frank ed April sono due esseri umani in piena regola, non prendiamoci in giro. Pieni di sogni, speranze e debolezze. Pieni di paure, in un mondo incerto e un pò ostile che somiglia pericolosamente a quello di oggi, sebbene l'Undici Settembre fosse ancora lontano. Prendono delle decisioni e le prendono per amore, senza capire che, alle volte, l'amore non basta. O, perlomeno, non quell'amore claustrofobico che non ti lascia via d'uscita, quello tra due persone che non sono fatte per stare insieme, comunque vadano le cose.
Mi sono rivista nelle ambizioni di April e nelle angosce di Frank; ho rivisto il mio ex-ragazzo nella debolezza di un uomo che vuole deliberatamente guardare solo alla superficie del rapporto e che sente la necessità di essere rassicurato e compreso e ringraziato, nonostante la sua scarsa capacità di stare al mondo e di renderti felice. E poi, ho rivisto ancora me stessa in una April fuori posto, prigioniera, con tanta voglia di scappare e la paura, magari fondata, di essere pazza. Devastante, un pugno nello stomaco. La trasposizione di ciò che sarebbe stato se fosse continuata.Due personaggi di un'umanità rara da vedere al cinema...Non puoi parteggiare per nessuno dei due, ma speri il meglio per entrambi. E lo speri per te stessa. E'difficile, come spettatrice, non portare il tuo vissuto dentro quello schermo, non provare quello che provano loro, non avere voglia di gridare ad uno dei due di fare le valigie ed andarsene, per il loro bene.

Kate e Leo sono stati eccezionali. Da fan sfegatata di entrambi fin dai tempi di quel bacio appassionato sulla prua di un certo transatlantico, posso dire che è stato un piacere vederli di nuovo insieme, così maturati, in un film come questo. Lui bravissimo, già derubato di un Oscar per The Aviator, migliora ogni volta. Ma Kate è stata immensa, grandiosa, incomparabile. Non ha mai recitato sopra le righe, pur regalando una performance carica di passione e disperazione...Anzi, forse non ha mai recitato. Qui sta la sua grandezza. E' un peccato per la nomination mancata (anche se non vedo l'ora di vedere The Reader) ma, del resto, sono fermamente convinta che l'Academy non riconoscerebbe il vero talento nemmeno se bussasse alla porta di ciascuno dei suoi membri con un cartello gigantesco di presentazione in mano.

Punti deboli: Leo non sa fischiettare e lo prenderò in giro a vita per la sua boccuccia arricciata mentre finge di farlo, quando va a lavoro dopo la decisione di trasferirsi a Parigi! :P

Edited by Clementine86 - 1/2/2009, 14:47
 
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Librodipendente
CAT_IMG Posted on 1/2/2009, 14:50




Oddio ma... adoro la tua recensione!! Bellissima!

Poi secondo me alla fine vien fuori bene l'aspetto del maschile e del femminile, e mi piace molto il fatto che April, nel momento in cui l'odio che si gettano addosso raggiunge l'apice (quando lui le dice
SPOILER (click to view)
Ma se non mi ami, cosa fai qui nella mia casa, con il mio bambino nella pancia?
, si ribelli con un gesto che ribadisce la sua libertà, la sua autonomia, il suo coraggioso voler essere sé stessa, voler essere una donna, pur in quel mondo che la relega a semplice casalinga, moglie che deve sfornare figli e adorare il marito.
Oltretutto, se proprio dobbiamo cercare il pelo nell'uovo, mi spiace non abbiano fatto vedere in un'inquadratura le prime scene della recita: all'inizio lei parte benissimo, è la speranza di tutti, è quella che si differenzia dal marciume degli altri attori. Ma poi in mezzo a quel disastro, anche lei ne viene contagiata e contaminata, e perde colpi, volontà e, quasi, bravura. Come a dire che è difficile non omologarsi alla società anche se la disprezziamo, e che il rischio è invece perdere noi stessi e quella poca luce che vorremmo coltivare... un po' la loro storia, se ci pensiamo ;)
 
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Clementine86
CAT_IMG Posted on 1/2/2009, 15:09




CITAZIONE (Librodipendente @ 1/2/2009, 14:50)
Oddio ma... adoro la tua recensione!! Bellissima!

(...)Oltretutto, se proprio dobbiamo cercare il pelo nell'uovo, mi spiace non abbiano fatto vedere in un'inquadratura le prime scene della recita: all'inizio lei parte benissimo, è la speranza di tutti, è quella che si differenzia dal marciume degli altri attori. Ma poi in mezzo a quel disastro, anche lei ne viene contagiata e contaminata, e perde colpi, volontà e, quasi, bravura. Come a dire che è difficile non omologarsi alla società anche se la disprezziamo, e che il rischio è invece perdere noi stessi e quella poca luce che vorremmo coltivare... un po' la loro storia, se ci pensiamo ;)

Grazie per il complimento :blush2.gif:

Si, hai ragione sulla seconda parte. Non ho letto il libro, purtroppo, perchè qui dove abito (nell'attesa, un pò come April, di trasferirmi al più presto) non lo trovo nelle librerie. Magari lo ordinerò. Comunque avevo trovato on-line la sceneggiatura del film e ricordo che iniziava proprio con April sul palco che recitava splendidamente per poi iniziare un lento declino. Alla fine non ho letto il resto dello script perchè non volevo sapere troppo del film!
 
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Librodipendente
CAT_IMG Posted on 2/2/2009, 15:01




Ah, allora l'avranno tagliata! Grazie per l'informazione! ;)
Comunque sicuramente lo trovi in una libreria in questo periodo, visto che è uscito il film e quindi lo stanno ristampando... E' straordinario, davvero.
 
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Naly
CAT_IMG Posted on 3/2/2009, 16:59




bellissimo...ma mi esprimo meglio dopo la seconda visione di stasera, che lo guardo in originale!
 
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umbratile
CAT_IMG Posted on 5/2/2009, 15:29




Ieri l'ho visto per la seconda volta, questa volta però al cinema e - ovviamente - doppiato... purtroppo devo confermare che questo film non mi piace; manca qualcosa a mio avviso, lo trovo un po' "freddino", al di sotto delle mie aspettative.

ma poi, e qui sono curioso di sentire voi, è capitato anche a voi di sentire gli altri in sala ridacchiare e sogghignare proprio nei momenti più drammatici? il pubblico bolognese era davvero ilare ieri sera, e i commenti - fatti anche durante il film, a voce alta - non erano tra i migliori.
colpa del doppiaggio? colpa del film? colpa dell'alcol? ahah, voglio sperare non fossero tutti ubriachi... ^^'
 
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Hushabye.
CAT_IMG Posted on 6/2/2009, 09:53




si e capitato anke a me
 
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Clementine86
CAT_IMG Posted on 6/2/2009, 10:32




No, non mi è capitato per questo film, forse perchè quando sono andata a vederlo non c'era molta gente in sala. In compenso quando sono andata a vedere Brokeback Mountain avevo due signore sedute dietro di me che commentavano a più riprese sulle pecore e su quanto fossero carine... (strano, dite? Ecco, aggiungeteci il fatto che vivo in Sardegna, dove le pecore sono tutt'altro che animali rari da vedere, e rendetevi conto del livello di interesse per il film di queste due...).

A parte tutto, credo sia normale che RR possa non piacere. E' molto forte, non tutti riescono a reggere il tipo di tensione che le scene più forti possono far scattare. Non è come vedere una carneficina, perchè in questo secondo caso il pubblico resta fortemente cosciente del fatto che sta guardando un semplice film...Questo è troppo vicino alla realtà per potersi rifiutare di riflettercisi come in uno specchio, almeno per alcuni aspetti, e allora ridacchiare e buttarla sul comico diviene l'unica arma dello spettatore per esorcizzare un certo stato d'animo.

E' un peccato che non ti sia piaciuto, umbratile. Io non lo trovo un film freddo...al contrario. I personaggi hanno tutti uno spessore interessante per costruirci sopra tante riflessioni. Con un pizzico di narcisismo, quello che mi piace di RR è che credo di essere riuscita a capire la psicologia di tutti i personaggi e a comprendere il perchè di quasi tutte le loro azioni (es. il fatto apparentemente strano che Frank scelga, come amante, la ragazza più insignificante che gli potesse capitare).

Quando ho visto Eternal Sunshine per la prima volta l'ho odiato, ma dopo un paio di visioni ho iniziato ad apprezzarlo molto. Magari, quando avrai tempo e voglia, prova a concederti altre due ore di Revolutionary Road: potrebbe riservarti delle sorprese!
 
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umbratile
CAT_IMG Posted on 6/2/2009, 14:21




Ma l'ho già visto ben due volte, di cui la prima in originale, nel giro di una settimana... Il fatto è che ho anche letto il romanzo di Yates, e, come avevo già scritto in un altro topic, anche quello non era riuscito a prendermi del tutto. Ammetto che, a differenza di altre trasposizioni cinematografiche, questa la trovo fedelissima al romanzo, e credo che meglio di così non si poteva davvero fare...
Condivido del tutto la tua riflessione sul riso della gente in sala (anch'io lo avevo interpretato come un riso "isterico" più che divertito)... ma resta il fatto che, anche se potenzialmente questo è esattamente il genere di film che prediligo, e cioè un "dramma domestico", senza troppi fronzoli, privo di effetti speciali, basato per buona parte sulla recitazione degli attori, sulla psicologia dei personaggi e sul "crescendo drammatico", rimango della convinzione che manchi quel quid che - a parer mio - manca anche nel romanzo. Ovviamente mi procurò il dvd per la mia collezione, e lo rivedrò sicuramente numerosissime volte in futuro, perché Kate è sempre Kate, e qui è davvero brava.
^^
 
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Librodipendente
CAT_IMG Posted on 6/2/2009, 15:07




L'ho rivisto, e devo dire che mi ha convinto ancora di più. Un film horror quasi, permeato da un'angoscia che fai fatica a 'captare', ma che percepisci. Ho persino apprezzato di più la regia, e dire che prima l'avevo messa in secondo piano, visto che i punti di forza rimangono la sceneggiatura dal libro, secondo me, straordinario (di cui purtroppo si perde l'ironia e il disincanto, ma si accentua il dramma esistenziale), e il cast. Invece ho apprezzato l'approccio di Mendes, il quale, meno furbo e glam che in American Beauty, più scabro, scarno, firma un ritratto di una società, una mentalità, raffreddando lo sguardo e mostrandoci le immagini con apparente distacco, ma che proprio per questo disorienta e colpisce. Regia di un gelido che diventa agghiacciante.
 
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Clementine86
CAT_IMG Posted on 6/2/2009, 15:49




CITAZIONE (umbratile @ 6/2/2009, 14:21)
Ma l'ho già visto ben due volte, di cui la prima in originale, nel giro di una settimana... Il fatto è che ho anche letto il romanzo di Yates, e, come avevo già scritto in un altro topic, anche quello non era riuscito a prendermi del tutto. Ammetto che, a differenza di altre trasposizioni cinematografiche, questa la trovo fedelissima al romanzo, e credo che meglio di così non si poteva davvero fare...
Condivido del tutto la tua riflessione sul riso della gente in sala (anch'io lo avevo interpretato come un riso "isterico" più che divertito)... ma resta il fatto che, anche se potenzialmente questo è esattamente il genere di film che prediligo, e cioè un "dramma domestico", senza troppi fronzoli, privo di effetti speciali, basato per buona parte sulla recitazione degli attori, sulla psicologia dei personaggi e sul "crescendo drammatico", rimango della convinzione che manchi quel quid che - a parer mio - manca anche nel romanzo. Ovviamente mi procurò il dvd per la mia collezione, e lo rivedrò sicuramente numerosissime volte in futuro, perché Kate è sempre Kate, e qui è davvero brava.
^^

Mah, non è del tutto negativo che non ti piaccia: sicuramente è un segno che apprezzi il lavoro di Kate ma resti obiettivo, il che è solo un bene!
Penso che comunque l'apprezzare o meno un film o un libro dipenda anche dal momento della tua vita nel quale l'opera ti capita tra le mani. Nel mio caso, il fatto che Mendes giochi molto di sottrazione è positivo, nel senso che posso aggiungere molto di mio nell'interpretazione. E' vero, come dice librodipendente, che l'occhio del regista è glaciale. Ma è necessario che sia così, se l'intento è (come credo) di lasciare molto spazio allo spettatore.

Intanto aspetto con ansia The Reader e, per Leo, Ashecliff...o qualunque sia il titolo che gli studios si decideranno a dare al nuovo film del mio Martin Scorsese - come per te nel caso di RR, a me non è piaciuto per niente Nessuna Verità...e chiudo qui il discorso perchè se no vado OT! ^_^
 
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Naly
CAT_IMG Posted on 8/2/2009, 01:06




ho appena finito di commentare il film su ioma, anzi ne approfitto per invitarvi a farci un giro, si votano i migliori film dell'anno, iscrivetevi subito!!
IOMA - ITALIAN ONLINE MOVIE AWARDS

Posto il commento che ho fatto nel forum, nel topic dedicato a revolutionary road

contiene spoiler

REVOLUTIONARY ROAD

E' senza dubbio uno dei film più spiacevoli che abbia visto quest'anno. Una storia senza speranza, il decadimento di ogni certezza, la distruzione dell'amore e dei sogni, un cammino inesorabile verso la solitudine e la frustrazione.
Al centro una coppia come tante, che però si crede speciale, che vede distruggersi ogni tentativo di fuga da un'esistenza grigia, senza vita, piegata dalla routine e dal lento spegnimento dell'affetto. Frank e April s'incamminano verso la vita con in testa un futuro pieno di soddisfazioni, sempre rimandato dalle solite coincidenze che non fanno che rimandare la realizzazioni dei propri sogni. S'innamorano nel pieno della giovinezza, quando tutto è possibile, quando si può diventare chi si vuole senza alcuna remissione. Poi il caso li fa diventare la solita coppia ingabbiata nel matrimonio, annoiata dalle solite uscite con gli amici a bere, con lei casalinga dedita ai figli che vede infrangersi anche i più piccoli desideri e lui incastrato nella routine del lavoro (Mendes lo mette a fuoco genialmente con la scena dove scende le scale, grigio come tutti gli altri, uguale a tutti gli altri, e non gli concede neanche di stare al centro dell'inquadratura).
Poi April fa quello che purtroppo cambierà per sempre le loro vite: si ribella ad un'esistenza ipocrita dove le persone sono schiacciate dalla società. Ha un'idea forse infantile, che forse non servirà a nulla, ma che genera in loro il ritorno dell'aspettativa, la capacità di sognare e vivere per qualcosa che ormai avevano perduto. Le conseguenze saranno irriparabili...e qui Revolutionary Road sale all'apice della sua critica, non risparmia nessuno, tutti sono colpevoli e tutti sono innocenti, in un mondo dove l'unico a dire cose sensate è un pazzo uscito dal manicomio, come se l'assenza di vita nelle persone fosse diventata la normalità. Il film porta all'estremo una situazione assolutamente attuale e universale, quella dell'abbattimento dell'individuo, con i suoi sogni e le sue speranze, e condanna anche l'amore, inteso come legame con gli altri, dove nessuno è capace di ascoltare gli altri e di comprenderli, dove nessuno vuole davvero amare. L'amore tra Frank e April viene distrutto dalla pesantezza del quotidiano, dall'assenza di un motivo, una ragion d'essere. Frank lo accetta, si cala nella zona di sicurezza dove non bisogna misurarsi con le proprie capacità e le proprie responsabilità, dove il quieto vivere la fa da padrone. April invece non lo accetta, si accanisce contro l'idea di essere per sempre solo una madre, solo una moglie, solo una casalinga dove non riuscirà mai a scoprire chi è veramente. O forse è incapace di vedersi come una persona che non sarà mai soddisfatta di niente, la persona, come tante, incapace di accontentarsi, sempre bramosa di qualcosa in più, ala continua ricerca di un qualcosa. L'odio che viene a crearsi tra i due spezza il cuore, le frustrazioni tipiche della vita di coppia li schiaccia e loro non riescono a uscirne. L'unica domanda possibile è: accettare o non accettare la vita nella sua dimensione più modesta e discreta? April non può, e prende una decisione estrema, che non solo pone fine alla "strada rivoluzionaria" che aveva intrapreso, ma che urla in maniera sbalorditiva il suo rifiuto ad adeguarsi alla società, alle convezioni, ai giudizi degli altri.
Un film che pesa come un macigno, che ci condanna, che racconta in maniera precisissima la sua critica e ciò che mette sotto la sua lente osservatrice.
Splendide alcune idee registiche, come la scena iniziale che in un attimo inquadra il rapporto tra Frank e April: la loro camminata nel silenzio, lontani l'uno dall'altro, mentre escono dal teatro. Il vicino di casa, Shep, che osserva la casa dei Wheeler nella sua perfezione e April che fa lo stesso alla fine del film, come a significare che è uscita da quel mondo piatto e pieno di bugie. Il finale, ovviamente, forse la scena più agghiacciante dell'intero film (in sala alcuni ridevano, di quelle risate compiaciute, come a confermare l'atteggiamento del marito, senza capire cosa davvero significhi e cosa significhi nei loro riguardi, quindi) è perfetto per completare il cerchio dell'assenza di legami che domina tutto.
Un duo di attori MAGISTRALE e una serie di comprimari, dove ovviamente Shannon si erge davanti a tutti, rendono in maniera perfetta tutta la complessità di questo film che parla a tutti, nessuno escluso, in maniera spietata e perfettamente lucida. Mendes non si compiace mai, ma anzi, si avvicina al film mettendosi al servizio incondizionato dei personaggi e dei loro atti, quindi degli attori, ed era l'unico modo per dipingere questa bellissima e orribile storia.


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Leonardo Di Caprio è magistrale. Perfetto. Spezza il cuore.

dal topic su di caprio:

Lo sguardo è proprio quello che rende questa interpretazione tra le migliori dell'anno e tra le sue migliori.

prima nero di rabbia e frustrazione, poi pieno di sensi di colpa, poi immerso nella prospettiva del sogno e del cambiamento, poi dubbioso e combattuto, poi addolorato e deciso e infine, ed è qui che è al suo apice, assolutamente magistrale nel far cadere qualsiasi rete di sicurezza e mettere alla luce il totale abbandono al bisogno di amore e di conferme. Quando lei gli intima di lasciarla sola e lui fa quell'"ok" pieno di sottomissione, con quello sguardo che trasmette un'infinità di cose, dall'amore per lei alla paura, dalla ferita nell'orgoglio al desiderio di cancellare tutto e tornare innamorati come prima.
Di Caprio trasmette tutto questo con lo SGUARDO.

Un'interpretazione complessa, fragile, piena di debolezze, di contraddizioni, esprime all'ennesima potenza la personalità di Frank, al di là di cosa gli offre il copione, azzecca in pieno quella paura del cambiamento, quella fossilizzazione nella routine che lo annoiano ma che lo fanno sentire al sicuro.


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E veniamo a KATE...[sempre tratto dal forum, topic dedicato a kate]

Non ho parole per l'interpretazione più bella che Kate Winslet abbia mai regalato.
Aspettavo da sempre un ruolo così, dove la Winslet potesse esprimere all'ennesima potenza tutta la sua bravura.

Senza se e senza ma: la migliore dell'anno!

Il ruolo è difficilissimo, la complessità di alcune scene è incredibile e il modo con cui dipinge questo personaggio è memorabile.
Ovviamente la parte da padrone la fanno le scene cariche di tensione e di rabbia come le litigate (quando dice "le persone diventano solo più brave a mentire" è impressionante, come tutta la scena) ma quello che più mi ha colpito sono alcuni piccoli momenti, alcuni sguardi (quando chiude gli occhi dopo l'orrenda frase che le dice Shannon: dice tutto quello che prova senza parole) alcune espressioni che rendono il personaggio autentico e assolutamente vero.
Il dialogo con Shep al bar è STRAORDINARIO, è un monologo che mette in luce tutta la personalità e tutto il dolore di April e lei lo rende in maniera perfetta, con quella smorfia tra il "non posso andare via" e "non posso restare" che dice davvero tutto. La telefonata finale spezza il cuore, con quella rottura nella voce, e quando bacia Frank per l'ultima volta in una chiusura degli occhi è come se parlasse.


Magistrale davvero, posso dirlo senza temere nessuna mancanza di obiettività.

E' un dolore per me scalzare holy smoke dalla prima posizione che deteneva da ormai 10 anni (ha resistito pure a Little Children ed Eternal Sunshine ) ma è in questo film è davvero straordinaria. E' da brividi per l'autenticità che esprime.
 
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21 replies since 29/1/2009, 15:20   501 views
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